Se il vostro budget estivo non vi permette di esplorare fondali mozzafiato oltre oceano non preoccupatevi: quelli dello Stivale vi riservano tesori e relitti e a volte veri e propri paradisi sommersi tutti da scoprire. La piccola isola di Ventotene ad esempio, al largo delle coste laziali, ha svelato tra i suoi flutti i relitti di cinque navi romane, ricolme di pregevoli manufatti antichi. Nelle epoche passate l’isola era un porto sicuro per le imbarcazioni che cercavano riparo dalle tempeste, evidentemente non tutte hanno avuto la stessa fortuna. Ad ovest di Napoli si estendono i Campi Flegrei, una vasta aerea di origine vulcanica larga 13 chilometri. Si tratta di un sito sommerso molto attivo e frequentato, che vanta oltre 20 punti di immersione e comprende un parco archeologico sommerso che include un anfiteatro e una villa. Tra le altre Aree Marine Protette e riserve naturali figurano le Isole Tremiti, l’isola di Ustica, l’isola d’Elba e l’area naturale del promontorio di Portofino. Parlando di relitti va ricordato che alle Isole Tremiti, in provincia di Foggia, c’è “Il Lombardo” un piroscafo a ruote del XVIII secolo, che altro non è che una delle imbarcazioni utilizzate da Garibaldi nella spedizione dei Mille. A Portofino ci sono il relitto del Croesus, affondato nel 1855, il relitto Mohawk Deer, un piroscafo affondato nel 1967, e il relitto Schooner, un veliero della prima metà del Novecento. Nel golfo di Genova, a 34 metri di profondità, c’è anche La Haven, il più grande relitto visitabile dai subacquei del Mediterraneo.
A Santa Teresa Di Gallura, in provincia di Sassari, si può ammirare l’Angelika, la nave cargo greca, affondata nel 1981 in circostanze mai chiarite, che si trova di fronte allo scoglio della Marmorata. Nel Golfo di Tonnara, a San Vito Lo Capo (Trapani) c’è il Kent, detto anche Nave dei corani, mentre all’Elba il cosiddetto relitto di Pomonte, l’Elviscot, un piccolo mercantile costruito nel 1960 di 62,25 metri di lunghezza per una stazza di 499 tonnellate. Spostandosi al confine meridionale dello Stretto di Messina, più precisamente a Saline Joniche, la Laura C. era una nave da carico in ferro adibita ad uso militare durante la seconda guerra mondiale, affondata a causa di un siluramento. Ma vengono accontentati anche gli amanti di acqua dolce: il lago di Capodacqua, in Abbruzzo, è un bacino idrico artificiale che agli occhi degli ignari passanti nasconde due mulini sommersi rendendolo un richiamo di interesse per i sub che vi giungono da tutto il mondo.
Fonte: La Stampa
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